Professoressa di diritto pubblico comparato, Dipartimento di Scienze Giuridiche, Università di Udine.
Il confronto tra gli Stati membri dell’UE che ha accompagnato negli ultimi mesi il procedimento per l’approvazione del bilancio pone in luce la difficoltà di mettere al centro del processo di integrazione i principi e i valori sanciti dall’art. 2 del TUE.
Il riferimento è in particolare al principio dello Stato di diritto e ai suoi corollari quanto alla garanzia dell’indipendenza del potere giudiziario. E’ proprio in questo ambito che negli anni più recenti si è aperto un conflitto tra le Istituzioni europee e Polonia ed Ungheria, con l’avvio rispetto ad entrambi i Paesi della procedura di cui all’art. 7 del TUE.
Ho scelto di dedicare a questo tema il mio intervento, perché è proprio grazie ad alcuni progetti coordinati da Roberto Toniatti che ho avuto modo di iniziare a occuparmene. Primo fra tutti, il PRIN 2005 dedicato a “Il pluralismo nella transizione costituzionale dell'area balcanica: diritti e garanzie”, per il quale ho coordinato l’Unità dell’Università degli Studi di Teramo su “Il principio di Rule of Law, i diritti fondamentali e la loro tutela”.
Già dal titolo del progetto emergono alcune tematiche care a Roberto Toniatti, come il pluralismo, la tutela dei diritti e i Paesi dell’Est europeo e dei Balcani occidentali. Si è trattato di un percorso durato diversi anni che è stato l’occasione per sperimentare un metodo di lavoro fortemente connotato dal confronto, anche con gli esperti dell’area, dal coinvolgimento dei giovani e dall’impegno a tradurre i risultati in volumi collettanei che testimoniassero la ricerca comune.
Ci sono stati poi altri due progetti PRIN – “Magistrature, giurisdizioni ed equilibrio istituzionale” (MaGIE) del 2007 e “Giurisdizione e Pluralismi” (JPs) del 2010-2011 – che hanno focalizzato l’attenzione sul ruolo del Giudiziario, in una prospettiva innovativa e ricca di sollecitazioni. La ricerca Giurisdizione e Pluralismi, in particolare, è stata l’occasione per coniugare prospettive di analisi diverse, assecondando l’apertura e, se posso permettermi di indicarla così, la curiosità – sempre caratterizzate dalla serietà dello studio e dal rigore metodologico – che in ogni occasione ho colto nel dialogo con Roberto Toniatti.
In questa fase storica, i diversi profili cui ho fatto cenno convergono e si pongono al centro del confronto in atto a livello europeo. La sfida sulla tenuta del pluralismo integrativo in Europa, a mio parere, si gioca oggi proprio sul piano dei principi e dei valori di cui all’art. 2 TUE, degli strumenti per garantirli e, prima ancora, delle modalità per renderli effettivamente comuni.
I successivi paragrafi del presente contributo riprendono il testo pubblicato, con il medesimo titolo, nella Rivista La Comunità internazionale, 2020, 75, edita dalla Editoriale Scientifica di Napoli.