La mediazione: quando lo scontro diventa motivo di incontro. Veicolo di una nuova interculturalità?

Note a margine del progetto conflict managers of tomorrow

Silvana Dalla Bontà

Professoressa associata di Diritto Processuale civile presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Trento.

Sinopsi

In un Ciclo di Dialoghi interdisciplinari sul tema della interculturalità, il Professor Roberto Toniatti, insieme a Cinzia Piciocchi e Davide Strazzari, mi ha riservato l’onore di voler accogliere il mio punto di vista su un argomento a me caro, che si è voluto racchiudere sotto il titolo “Mediazione e mediatori per la gestione consapevole del conflitto: veicoli di una nuova interculturalità?” (26 marzo 2021, Facoltà di Giurisprudenza, Università di Trento).

Il momento è stato di grande arricchimento: ha consentito a me, come a tutti i presenti alla Tavola Rotonda, di godere del confronto con il pensiero, le riflessioni, le suggestioni di chi, come Roberto, si è da sempre immerso negli intriganti snodi del tema dello scontro e incontro tra culture diverse, e così tra punti di vista altri rispetto a quello che, con le nostre ‘lenti’ culturali, sociali e giuridiche, siamo abituati ad indossare.

La naturale disposizione all’ascolto e al dialogo di Roberto, la sua vivace curiosità come la sua inclinazione ad una penetrante interdisciplinarità hanno reso quel Seminario per me così fecondo che ne sono nate le riflessioni più distese che ho deciso di consegnare a questo scritto – riflessioni che spero possano essere lette come segno di gratitudine per la generosità con cui Roberto ha voluto mettersi a confronto con tutti noi, membri del Progetto Conflict Managers of Tomorrow della Facoltà di Giurisprudenza di Trento.

Sommario: 1. Il conflitto quale fenomeno culturale: uno tra i più complessi prodotti dell’essere umano. 2. Gestione del conflitto e multiculturalità. La minore interferenza della multiculturalità nelle procedure aggiudicative di soluzione del conflitto. 3. Le procedure autonome di soluzione del conflitto: dove la multiculturalità da insormontabile ostacolo diventa patrimonio prezioso. L’approccio ontocentrico al conflitto nella mediazione. 4. Le narrazioni delle parti al tavolo di mediazione: l’impatto delle ‘storie e dei miti pre-esistenti’, il c.d. retroterra culturale. 5. La mediazione come forum privilegiato per la gestione della multiculturalità: la neutralizzazione del contesto e il passaggio all’interculturalità. 6. Come si conduce un mediatore interculturale? L’importanza dell’auto-consapevolezza del proprio retroterra culturale. 7. (segue) Le competenze del mediatore interculturale. Dalla conoscenza delle culture rappresentate al tavolo di mediazione al processo di ri-attribuzione di significati per disinnescare la mala comunicazione. 8. L’opzione della c.d. co-mediazione. Tra vantaggi e criticità. 9. L’importanza della conoscenza esperienziale. L’allenamento alla gestione dei tavoli multiculturali. Una sfida per l’educazione e la formazione dei futuri giuristi. 10. La mediazione quale risposta più adeguata alla complessità del mondo attuale sempre meno votato a riconoscere un univoco ordine imposto. Una mediazione non riuscita …è sempre riuscita.

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